L’avulsione di un elemento dentario è seguito da un progressivo riassorbimento della cresta alveolare in seguito al quale, in assenza di tecniche ricostruttive/rigenerative, può risultare più difficoltoso o impossibile il successivo inserimento di impianti, con il conseguente allungamento dei tempi di trattamento e dei costi biologici ed economici.
Inoltre, l’alterazione della morfologia dei tessuti molli, associata al riassorbimento della cresta alveolare, può rendere più difficile il raggiungimento di un risultato estetico ottimale.
In seguito a queste considerazioni si è arrivati all’ideazione di impianti postestrattivi, cioè inseriti in alveoli da cui è stato appena estratto un elemento dentario.
Si parla di impianti postestrattivi immediati in caso di inserimento dell’impianto subito dopo l’estrazione e di impianti postestrattivi differiti nel caso in cui l’impianto venga inserito entro 5-6 settimane dall’estrazione.
L’inserimento immediato degli impianti, si discosta dai protocolli chirurgici tradizionali proposti da Branemark e Shroeder che prevedevano l’inserimento degli impianti in mascellari edentuli da almeno 6 mesi.
Il posizionamento immediato ha quindi il vantaggio, che sembra essere spesso scontato, anche se raramente menzionato, dell'enorme beneficio psicologico che questa metodica offre ai pazienti, riducendo loro l'ansia di subire una seconda procedura chirurgica, o il pensiero del vivere in una società con un dente mancante o con una lenta sostituzione di esso.
La ricerca scientifica ha comunque evidenziato che gli impianti posizionati in alveoli post-estrattivi attentamente selezionati hanno le stesse alte probabilità di successo rispetto a impianti inseriti in siti guariti (Wagenberg & Ginsburg, 2001) e che impianti caricati immediatamente hanno lo stesso successo di impianti posizionati e protesizzati tradizionalmente (Grunder, 2001; Cooper et al., 2007).