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Disordini temporo mandibolari

Disordini temporo mandibolari

Disordini temporo mandibolari - MEDIADENT SARZANA

I disordini temporo mandibolari, o disordini craniocervico mandibolari secondo la nomenclatura italiana, sono un gruppo complesso di disturbi dell'apparato masticatorio che coinvolgono l'articolazione temporo mandibolare (ATM) ovvero l'articolazione che unisce la mandibola al cranio, i muscoli del cranio e quelli del collo.

  

  

Lo schema di Brodie riassume quelli che sono i complessi rapporti tra l'apparato masticatorio e il resto del corpo.

Esistono diversi collegamenti tra la mandibola e il cranio:

- il primo è dato dal contatto dei denti dell'arcata superiore ed inferiore durante i movimenti di deglutizione che avvengono oltre 3600 volte al giorno

- il secondo è dato dal collegamento della mandibola all'osso temporale tramite l'articolazione temporo mandibolare

- infine la mandibola è collegata attraverso i muscoli sovraioidei all'osso ioide, un piccolo osso che si trova nel mezzo del collo il quale a sua volta è unito al torace attraverso altri muscoli.

 

Appare chiaro come un disequilibrio a livello mandibolare, sia esso articolare od occlusale, comporti dei riflessi sull'apparato cervicale e anche sulla stabilità delle vertebre cervicali poichè queste rappresentano assieme all'appparato ora descritto un ultimo appoggio del cranio al cingolo toracico.

 

Sintomi e cause dei disordini temporo mandibolari

Sintomi e cause dei disordini temporo mandibolari - MEDIADENT SARZANA


Il paziente affetto da disordini temporo mandibolari è coinvolto da una miriade di sintomi spesso confusi e che sovente lo portano a rivolgeri a diversi specialisti quali otorinolaringoiatri, ortopedici, fisiatri, senza trovare soluzione. La sintomatologia dei disordini temporo mandibolari può includere:

  • limitazione all'apertura della bocca
  • scrosci articolari e dolore nella zona antistante l'orecchio
  • ronzii auricolari (acufeni)
  • cefalee temporo occipitali
  • cervicale

 

Le cause di questi disturbi sono essenzialmente da ricercare in una triade costituita da:

  

  • fattori occluso articolari: alterazioni legate all'articolazione (ad es artrosi) e all'occlusione dentale (ad es: mancanza di denti, precontatti, che forzino la mandibola in una posizione "disequilibrata").
  • fattori neuromuscolari: turbative della muscolatura masticatoria facciale craniale e cervicale. Esse possono essere dirette, ovvero legate all'iperattività muscolare, oppure indirette legate ad input "dannosi" legati a modifiche dell'occlusione dentale (ad es. micro traumi legati a precontatti cocclsali che a loro volta si riverbera in sovraccarichi dei muscoli elevatori che determinano ripercussioni sulle articolazioni). o infine dipendenti da agenti esterni come traumi ad es. colpi di frusta.
  • fattori psicogeni:  è noto infatti che gli input psicocettivi sono recepiti a livello di certe strutture cerebrali. Queste strutture a loro volta sono collegate con terminazioni nervose che innervano grandemente il distretto muscolare cranio cervicale. Questo spiega perchè le condizioni di ansia possano dare luogo a ripercussioni cervico mandibolari.dal punto di vista psicologico vi sono tre categorie di stimoli psicocettivi:

         1. lo stress cronico che può portare a parafunzioni e bruxismo

         2. disturbi somatoformi che determinano dolori facciali atipici

         3. quadri depressivi conclamati

 

PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO

Durante la visita l'odontoiatra procederà alla valutazione diagnostico terapeutica passando da una raccolta di dati (anamnsesi) che considera diversi aspetti relativia al dolore (sede, entità) alla presenza di asimmetrie muscolari, e alla valutazione delle faccette di usura. Quindi si procede all'esame obiettivo compilando l'apposita cartella gnatologica.

il piano di trattamento è complesso e comprende una serie di passaggi:

  • RISTABILIRE UNA CORRETTA OCCLUSIONE:l'occlusione dentale gioca un ruolo importante, come già ampiamente descritto. In questo senso vale la pena sottolineare due frequentissime condizioni quali la presenza durante lo sviluppo di morsi incrociati o ritardi eruttivi che determinano condizioni di disparità nella ccrescimendo dei condili mandibolari. Nell'età adulta è frequentissima la perdita di dimensione verticale. I denti posteriori in occlusione determinano la poszione dei condili nella fossa: la perdita bilaterale di questi denti può portare ad una alterazione delle relazioni condilo fossa col condilo articolare che si porta postero superiormente. La perdita unilaterale può portare a una "torsione" della mandibola con assimetria posizionale dei condili. pertanto il ristabilire una corretta occlusione rappresenta un punto fondamentale della terapia
  • RIDURRE GLI STIMOLI PSICOGENI: il nostro percorso prevede anche l'attività di uno psicologo, laddove necessaria, per il controllo degli stimoli ansiogeni
  • TECNICHE DI RILASSAMENTO MUSCOLARE: messe in atto con l'aiuto di uno psicologo che consente un'adeguata educazione attraverso l uso del training autogeno.
  • FISIOTERAPIA: esercizi propriocettivi statici e dinamici che contribuiscono alla riduzione della sintomatologia dolorosa.
  • TERAPIE FARMACOLOGICHE: a base di farmaci miorilassanti
  • USO DI PLACCHE OCCLUSALI: col solo scopo di ridurre la pressione intra articolare e rilassare la muscolatura.

PATOLOGIE

PATOLOGIE - MEDIADENT SARZANA


1. INCORDINAZIONE CONDILO MENISCALE: è provocata dallo spostamento in direzione antero mediale del disco articolare ad opera di fattori predisponenti, macrotraumi o microtraumi.

a. fattori predisponenti sono :

  • eminenza articolare ripida: essa determina un maggior movimento del disco e maggior allungamento della zona retrodiscale  con stiramento dei legamenti posteriori
  • 2 classe 2 divisione: gli incisivi inferiori posti verticalmente possono collocare i condili in una posizione più arretrata soprattutto in presenza di forte carico

b. macrotraumi come il colpo di frusta

c. microtrumi come quelli che si hanno nell'iperattività muscolare o nella malposizione dentaria inclusa l'assenza di denti

 

2.SPOSTAMENTO ANTERIORE FUNZIONALE DEL DISCO: si realizza progressivamente in due fasi

  1. scatto singolo, prima fase: lo spostamento in avanti interpone la parte posteriore piu spessa che forma un gradino intermedio. Questo superato produce il click in apertura.
  2. scatto reciproco, seconda fase: il continuo riposizionamento del disco in posizione anteromediana provoca modifiche morfologiche consistenti incluso l 'assottigliamento posteriore del disco. il secondo scatto si verifica in chiusura ed è dovuto al movimento in avanti del disco sul condilo per azione dello pterigoideo esterno 

   i sintomi sono dolore durante la masticazione e deviazione nel tragitto di apertura.

3. DISLOCAZIONE ANTERIORE FUNZIONALE DEL DISCO CON RIDUZIONE: è dovuta alla contrazione dello pterigoideo che esaspera il trascinamento del disco. produce due situazioni:

  • blocco momentaneo da dolore provocato dallo stiramento, ma il disco viene ricatturato e il dolore scompare
  • blocco acuto: con forte dolore che impedisce qualsiasi movimento di riduzione.

il trattamento è multidisciplinare e deve essere attentamente valutato dall odontoiatra gnatologo.

4. DISLOCAZIONE FUNZIONALE ANTERIORE DEL DISCO SENZA RIDUZIONE: il disco si cooloca davnti al condilo e determina una ridotta apertura della bocca. è una situazione che spesso tende a cronicizzare e dare manifestazioni dolorose associate a blocchi articolari anche acuti.

sintomi: dolore, deflessione verso il lato colpito, assenza di apertura della bocca. movimento dal lato opposto impedito.